” Un Virgulto spunterà dal tronco di Jesse, un germoglio nascerà dalle sue radici ” (Is 11,1)

Lo Spirito Santo insegna e ricorda

Seconda tappa del Cammino “da Pasqua a Pentecoste” guidato dalla Comunità Germoglio di Davide, in preparazione al Seminario di Vita nuova (14-26/5), organizzato dal RnS per vivere l’esperienza del Battesimo dello Spirito Santo. Circa un centinaio di partecipanti, da remoto, lo scorso 30 aprile, hanno potuto ascoltare la illuminata relazione sul tema “Lo Spirito Santo è Consolatore”,  dettata da Don Francesco Carlino, predicatore ed evangelizzatore, parroco a Roccella Ionica. Al termine del suo intervento, don Francesco ha guidato un intenso momento di preghiera di intercessione per i sofferenti.

Don Francesco ha dato inizio alla sua sapiente relazione a partire dalla lettura di Gv 14, 15ss, in cui Gesù fa i suoi “discorsi di addio” «alla Comunità ecclesiale, appena costituita sul sacrificio eucaristico». In quella ultima Cena, nel Giovedì Santo, Gesù annuncia la venuta del Paraclito: Colui che ci cammina accanto, che ci difende ed è Consolatore (cf Is 40). Nell’Antico Testamento – ha precisato il Predicatore -, nel contesto della cultura ebraica, «la consolazione non è qualcosa di materiale, non è una persona, ma va sempre in una dimensione molto profonda dell’uomo» perché ha «come protagonista Dio, il Dio di ogni consolazione che parla al cuore dell’uomo». Passando dal Vecchio al Nuovo Testamento, la consolazione diventa una persona: Gesù. Lui è designato come Paraclito (cf 1Gv 2, 1-2), cioè colui che intercede presso Dio per noi.

Nei suoi discorsi di addio – ha continuato don Francesco -, «Gesù dice ai suoi: “io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14, 16)», annunciando così la venuta dello Spirito Santo, donatoci «per trasformare l’assenza fisica di Gesù in una “presenza altra”». Gesù, infatti, dopo la sua risurrezione, continua ad agire mediante lo Spirito, il quale compie due azioni fondamentali:  insegnare e ricordare.

Citando Gv 14, 23, il Predicatore ha spiegato: «lo Spirito rende viva la presenza e l’azione di Gesù nella Chiesa e nel cuore dei fedeli» e la consolazione di cui qui si parla è sorgente della benedizione per cui noi diventiamo uno in Cristo Gesù, come Gesù lo è con il Padre». Il Consolatore – ha specificato don Francesco ricordando quanto accade nel momento della Consacrazione durante la S. Messa – ci immette in una dinamica trinitaria. E ci cristifica rendendoci membra di Cristo «perché le mani e i nostri piedi siano messi in movimento dal cuore del Risorto». Lo Spirito Santo, dunque, – ha sottolineato ancora – mentre insegna ricorda e mentre ricorda rende vivo Gesù. «C’è una Cristologia pneumatica che ci dice che Gesù è vivo perché lo Spirito lo fa sperimentare tale nella Chiesa e dentro di noi».

Il Predicatore ha inoltre affermato che, mentre lo Spirito genera Cristo in noi, noi siamo consolati e portiamo questa consolazione al fratello, permettendo che Gesù, sempre per opera dello Spirito, si manifesti anche nel suo cuore, nella sua vita. “Veicoli dello Spirito Santo” sono anche i direttori spirituali, i gruppi di preghiera, le Comunità, tutti chiamati ad aiutare le persone affinché si aprano incondizionatamente alla venuta dello Spirito, e ad “affinare l’orecchio”  per riconoscerne la voce. Mentre, «spodestiamo lo Spirito – ha precisato -, lo blocchiamo e lo rattristiamo dando sofferenza al Padre, quando diventiamo padroni dei fratelli, occupanti della loro interiorità fino alla manipolazione».

Avviandosi verso la conclusione della suo insegnamento, don Francesco ha detto anche che, affinché «lo Spirito possa espletare la sua azione in noi, deve avere la libertà di convincerci quanto al peccato, perché nasca in noi l’urgenza della salvezza». Lo Spirito, nostro difensore, porta in noi «una potenza d’amore che ci fa sperimentare che siamo perennemente difesi dal Consolatore, Colui che rende attivo in noi il Sacrificio di Cristo, per cui siamo certi che anche i peccati di domani sono già stati pagati», riscattati da quel Sacrificio.

Infine, l’invito di don Francesco a rileggere il nostro percorso personale, di vita comunitaria e del modo di seguire i fratelli ricordando che siamo chiamati accanto ad essi per portare loro Gesù Risorto confidando che «il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14, 26).

Un tempo di adorazione e preghiera

Alla relazione è seguito un intenso momento di preghiera carismatica davanti a Gesù Eucaristia, con una forte effusione profetica, in cui Gesù, attraverso l’azione dello Spirito, ha riversato abbondantemente sui presenti, collegati da remoto da diverse regioni d’Italia, misericordia, pace, perdono e guarigione, facendosi Consolatore per il suo popolo: «il suo grido è giunto fino a me» (1Sam 9, 16).

Elena Dreoni 

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