” Un Virgulto spunterà dal tronco di Jesse, un germoglio nascerà dalle sue radici ” (Is 11,1)

I doni e i carismi dello Spirito Santo

Terzo appuntamento del Cammino da Pasqua a Pentecoste sul tema: “Lo Spirito Santo è largitore di doni”, alla presenza di circa cinquanta partecipanti, intervenuti da remoto. A guidare l’incontro del 7 maggio scorso, insieme alla Comunità Germoglio di Davide, Corrado di Gennaro, anziano del Rinnovamento, già membro del Comitato Nazionale di Servizio, e per molti anni Moderatore della Comunità Magnificat Dominum, il quale ha dettato una relazione sul tema, ha reso una breve  testimonianza sulla sua conversione e ha invocato i Sette Doni dello Spirito sui partecipanti.

Accostando la figura dello Spirito Santo al simbolo del fuoco, Corrado ha dato inizio alla sua relazione affermando che, come la scoperta del fuoco ha segnato un punto di svolta fondamentale nell’evoluzione umana, «così, anche lo Spirito Santo, entrando nella vita di ogni uomo, stabilisce un prima e un dopo, segna l’inizio di una nuova era».

E ripercorrendo l’omelia di Benedetto XVI alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sidney del 2008, ne ha evidenziato alcuni passaggi che ben introducono il tema dell’incontro. Primo tra tutti che lo Spirito Santo è «il potere della vita di Dio», è quello che si librò sulle acque all’alba della creazione ed è lo stesso Spirito «che rialzò Gesù dalla morte – ha detto Corrado ripetendo le parole del Papa -, è colui che conduce noi e il nostro mondo verso l’avvento del regno di Dio». Ci è stato donato «per la prima volta, nel Battesimo, poi nella preghiera di Effusione, ma lo riceviamo ancora nella Celebrazione eucaristica, durante la preghiera comunitaria, negli altri Sacramenti, quando rinnoviamo il nostro impegno di Alleanza in Comunità e tutte le volte che lo invochiamo». A questa Forza, che proviene dall’alto e che riceviamo senza averne alcun merito, dobbiamo però permettere «di penetrare nella dura scorza della nostra indifferenza, della nostra stanchezza spirituale, del nostro cieco conformismo allo spirito del nostro tempo», affinché ci abiliti ad essere sale della terra e luce per il mondo. A conclusione della sua Omelia, il Papa – come ha ricordato il Relatore -, afferma che ricevere il sigillo dello Spirito significa essere indelebilmente cambiati e «non aver paura di difendere Cristo, lasciando che la verità del Vangelo permei il nostro modo di vedere, pensare, e agire».

Andando poi al cuore del suo insegnamento, Corrado ha sottolineato che lo Spirito Santo compie questa opera di rinnovamento spirituale attraverso la largizione di doni e carismi e agisce in due modi diversi.  L’agire carismatico, in cui viene in una persona consentendole di compiere azioni o proferire «parole al di sopra di quelle umane», ma non si ferma in essa, in quanto è dato esclusivamente per il bene della comunità. L’agire santificante dello Spirito, invece, è per la santità dell’uomo, cambia il suo cuore, «lo trasforma dall’interno» donandogli una vita nuova e «consiste, concretamente,  nell’esercizio della carità».

San Paolo – ha continuato Corrado – «riassume questo duplice operare dello Spirito Santo parlando prima dei carismi e poi della carità» (cf 1Cor capp. 12-13), dei due la carità ha il primato perché ci santifica. La grazia santificante opera nella vita del cristiano attraverso i doni dello Spirito che non vanno confusi con i carismi e nemmeno con il frutto dello Spirito (cf Gal 5, 22). «Lo Spirito Santo stesso è il dono di Dio per eccellenza – ha precisato – e a sua volta comunica a chi l’accoglie diversi doni spirituali», la Chiesa ne individua sette (cf Is 11, 1ss), grazie ad essi abbiamo la vita nuova nello Spirito.

La grazia carismatica opera attraverso i carismi (cf 1Cor 12, 4ss) che, «se non sono supportati dalla carità possono dividere e perfino distruggere». Lo Spirito ce li dona gratuitamente per l’edificazione della Chiesa, per servire i fratelli e non a nostro beneficio. «Essi discendono dalle tre unzioni: regale, sacerdotale e profetica, che abbiamo ricevuto nel Battesimo». Per ogni unzione abbiamo carismi diversi, ha continuato Corrado elencandone alcuni e sottolineando che è molto importante «essere aperti ad essi, desiderarli e chiederli al Signore», con umiltà, «nella preghiera di ogni giorno per servire meglio gli altri», senza  dimenticare che al di sopra di tutto ci deve essere la carità: lo Spirito, infatti, dona a ciascuno «una manifestazione perché torni a comune vantaggio».

Inoltre, i carismi si devono accogliere con gratitudine, «perché sono la prova che Dio ci ama e ci usa per essere strumenti d’amore per gli altri». Devono essere “trafficati”, cioè utilizzati, messi da noi, gratuitamente e generosamente, a servizio degli altri. Infine, i carismi, da cui discende il diritto e il dovere dell’apostolato, vanno esercitati nella comunione: con i fratelli e a vantaggio dei fratelli, ricordando sempre che il possesso dei carismi non è indice di santità (cf Lc 13, 26-28).

In una breve testimonianza, Corrado ha ricordato come l’incontro con il Signore abbia acceso un fuoco dentro il suo cuore, segnando un definitivo cambiamento di vita e di mentalità. Lo Spirito lo ha convinto quanto al peccato e ha messo in lui il sacro timore di Dio. Da allora, Corrado prima di prendere qualsiasi decisione invoca lo Spirito di conoscenza perché sia sempre Dio a guidarlo e sempre lo ringrazia per tutti i doni e i carismi ricevuti.

Elena Dreoni

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